Biologico o non Biologico questo è il problema…

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Tutta la verità sui cibi Biologici e Locali

Nel momento in cui acquistiamo frutta o verdura ci siamo mai chiesti quanto costa a  madre Natura, nel corso del suo ciclo vitale, quello specifico alimento? Che impatto ambientale ha? Da quanto lontano arriva e quando è stata colta?

Capisco benissimo che non è domanda così scontata da porsi ma credo che sia opportuno fare alcune  riflessioni.

Il cibo biologico, privo di additivi chimici e pesticidi vari, ci garantisce un doppio beneficio: tutela la nostra salute e, nel contempo, rispetta l’ambiente; spesso però dobbiamo sapere quando realmente conviene..

I cibi “Bio” nella maggior parte  dei casi sono migliori, ma tenendo conto anche del benessere delle finanze andiamo a scoprire quando realmente  ne dobbiamo ricorrere.

Scegliamo ad esempio, i prodotti biologici  per tutti quei i cibi che consumiamo  in grandi quantità  e quotidianamente soprattutto quando parliamo di frutta con la buccia molto sottile, quindi facilmente penetrabile dalle sostanze tossiche

Per quanto riguarda l’elenco degli alimenti più a rischio e quelli più sicuri..

l ’Enviromental  Working Group l’ente per la sicurezza alimentare ha elencato gli alimenti più sicuri e quello da cui stare attenti

 

I vegetali ad esempio con più pesticidi sono in ordine decrescente: mele, sedano peperoni, pesche, fragole, uva, cetrioli, ed infine patate.

Troviamo i cereali integrali che  proprio nella parte più esterna dei chicchi si accumula la quantità maggiore di pesticidi.

 

Alcuni alimenti per cui  non vale la pena comprare  Biologico sono ad esempio:

le cipolle, mais, ananas, cavolo, piselli, melanzane e i kiwi

Da un punto di vista nutrizionale la principale chiave di lettura dei prodotti vegetali “locali”  sta nei tempi di trasporto ridotti.

Questi prodotti, raccolti al momento giusto e subito messi in commercio, sono in grado di garantirci un profilo nutrizionale migliore per via della mancata diminuizione dello spettro vitaminico di Sali minerali e spesso il sapore più gustoso, ma non solo…

 

Uno studio in particolare indica che, se una famiglia scegliesse solo prodotti locali e/o di stagione, il risparmio netto annuale relativo alle emissioni di CO2  potrebbe arrivare a 1000 chili.

In termini monetari circa  80 ai 100 euro a mese.

Passiamo ora all’analisi di un concetto chiave: l’impronta carbonica.

Una costante richiesta delle associazioni dei consumatori è quella di etichettare i prodotti con la loro impronta carbonica, ovvero sulla quantità di  CO2  emessa durante il suo ciclo vitale.

Ad esempio il risultato per ogni bottiglia di vino da 750 ml il valore dell’impronta carbonica è di 2,02 kg ripartiti in questo modo: per un terzo in costi per le attività commerciali come il trasporto, un terzo per la produzione del vetro e per il confezionamento ed il terzo finale per l’uso dei concimi e del gasolio per i vari macchinari.

Il guadagno sarà doppio: salute personale e ambiente che ci circonda ci ringrazieranno !!!

 

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